giovedì 15 novembre 2012

SCEGLIERE IL VINO AL RISTORANTE

Come fare a scegliere il vino al ristorante: fai tu che ci capisci

La moda del vino si è diffusa moltissimo in questi ultimi anni, ma da qui a saperne davvero qualcosa, il passo non è breve

La moda del vino si è diffusa moltissimo in questi ultimi anni, ma da qui a saperne davvero qualcosa, il passo non è breve. Per cui, anche senza essere un sommelier diplomato, è facile trovarsi, al ristorante, a scegliere il vino per tutti.
“Fai tu che ci capisci”.
Per affrontare con successo questa delicata operazione, chi vi scrive, visto che gli capita abbastanza spesso, ha affinato nel tempo una sorta di procedura, un protocollo del governo democratico della scelta del vino. Intanto si prende nota mentalmente dell’andazzo delle ordinazioni. Quindi, ricevuto l’incarico, si finge di ignorarle per effettuare una sorta di pre-sondaggio sulle inclinazioni generali dei commensali: “allora, datemi un brief: rosso, bianco, bollicine...?” L’esito più frequente, se non siete a una classica cena d’estate a base di pesce, è “Rosso, rosso!” “Ah, io solo rosso”.
A questo punto voi, che sapevate già la solfa, cercherete di stringere ulteriormente il campo: “Rosso importante, strutturato o più leggero?” Soprattutto se ci sono donne, vi seguiranno sul “più leggero”, magari con la richiesta finale da parte di un maschio orgoglioso del tipo “Dai, una via di mezzo...” Se invece siete alla cena estiva di cui sopra, la risposta avrà quasi un tono scandalizzato “Va beh, ma bianco, no?”.
Come dire, non stai partendo benissimo se fai ‘ste domande. Nel caso del rosso, a questo punto, avete vita facile: piazzatevi serenamente tra la Lombardia e, come si diceva ai tempi, le Tre Venezie, non tralasciando un commento che vi farà guadagnare una reputazione stratosferica: “Allora andrei sui vini d’altitudine, che a causa del riscaldamento globale, hanno guadagnato quel grado, grado e mezzo, che li rende proprio la giusta via di mezzo!” Li avete stesi. Adesso nessuno oserà contraddirvi. Ma voi volete vincere, non stravincere. Perciò tornate a loro, per condividere la scelta finale. “Vi propongo una short-list...”. Naturalmente se al tavolo ci sono dei cinefili o dei patiti del Grande Fratello (speriamo per voi, più i primi dei secondi), potete sostituire short-list con nomination.
Le nomination saranno due vini scelti a vostra simpatia tra i seguenti: Sassella di Valtellina (l’Inferno è un po’ demodé), Schioppettino e Refosco friulani, Pinot Nero (occhio alla gradazione, alcuni sono tosti!) e Lagrein alto-atesini. Eventualmente, scendendo di altitudine ma non di latitudine, Curtefranca (Lombardia-Franciacorta) e Valpolicella. Il gioco è fatto: seguite l’orientamento e confermate al sommelier, verificando che l’età del vino non sia minore di due o maggiore di cinque anni: con meno di 40 euro (cioè meno di 7 euro a testa, se siete in sei) i vostri amici berranno bene e voi avrete rafforzato la vostra reputazione di esperto e di galantuomo. Che di questi tempi, non è proprio una banalità. Ah già, la cena di pesce! Seguiteci, ne parliamo la prossima volta!

articolo preso da IL GIORNALE.IT 

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